Attraverso le nostre mani diamo forma al mondo che ci circonda, imprimendo cambiamento e trasformazione nella materia, ma anche andando oltre la sua superficie. Nella serie di nidi chiamata COCOON ho utilizzato un materiale, il tessuto, con il quale l’uomo è sempre in contatto tutta la loro vita dalla nascita alla morte. Gli abiti e la biancheria sono infatti strati successivi della nostra pelle, lo strato che permette al nostro individuo l’intimità per comunicare con gli altri proprio come un’abitazione – evoluzione di rifugio, proiezione di una tana, di un nido – è l’ulteriore strato che si frappone tra la dimensione privata e quella pubblica, sociale. L’installazione ricorda all’uomo dell’era digitale il potere di mani per connetterci con il mondo, per modellare l’ambiente che ci circonda e ci accoglie. Come scrive Henri Focillon nel suo “In Elogio della mano”: “L’azione della mano definisce il vuoto dello spazio e il pieno delle cose che lo occupano. (…) Uomo prima li riconosce tra le dita, sul palmo della mano. (…) Il tatto riempie la natura di forze misteriose.”