Sottovalutare i nomi delle cose (linguaggio) è l’errore peggiore di questo nostro tempo, che vive molte tragedie, ma soprattutto vive quella semantica che è una tragedia etica.
Noi siamo anche le parole che usiamo e le parole degli altri
Se si è’ donna nel mondo si muore anche di linguaggio. E’ con le parole che ci fanno sparire dall’istruzione, dai luoghi pubblici, dalle professioni, dalle notizie e di parole ingiuste di muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse.In tutto il mondo (ci tengo a sottolineare mondo) per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono, esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica.
Il modo in cui nominiamo la realtà anche quello in cui finiamo per abitarla.
L’opera evidenzia lo sfaldamento delle parole, che sono uno strumento che evidenzia il legame tra le ingiustizie ,i diritti negati alle donne e le parole che sentiamo.
L’opera è stata realizzata appositamente per il progetto con bando internazionale FORGETME(K)NOT per non dimenticare i diritti negati delle donne .
dopo ampia selezione la mostra dei 45 artisti selezionati su 200 è stata allestita presso il Museo del Ricamo e Del Tessile di Valtopina(PG) con il patrocinio della Regione Umbria e del Comune di Valtopina.