La FESTA POPOLARE è una forma di organizzazione del tempo distinta dal quotidiano svolgersi delle attività, è presente in ogni società umana ed è caratterizzata da alcuni elementi, non tutti compresenti, come la ripetitività, la socialità, il gioco, il conflitto, la dimensione simbolica, religiosa, economica, politica, corporea, musicale o trasgressiva. A partire dagli anni Settanta del Novecento, con l’ingresso massiccio della cultura del consumo, il mondo contadino si è avviato verso una profonda trasformazione, scomparendo come forma di vita coesa. Negli stessi anni, tuttavia, con la riscoperta del folk e della dimensione locale, le f. p. sono andate incontro a un processo di rivitalizzazione – per alcuni di mercificazione – entro uno scenario sociale ed economico profondamente mutato. Non più inscritte nel calendario agricolo, queste feste si sono trasformate adattandosi sia alle esigenze del mercato turistico e dei media, che ne hanno esaltato le dimensioni spettacolari a volte impoverendole della dimensione espressiva, sia alle politiche del territorio attente al ritorno economico, politico e di immagine. Nuove feste sono state inventate al fine di produrre nuove dimensioni di socialità e di identità., L’evento festivo, indipendentemente dalla propria antichità e dalle modalità di origine, si dimostra in grado di assolvere a una funzione sociopoietica, retta dalla sua propria capacità di produrre comunità di senso, di linguaggio, di riferimento e di porsi in relazione dialettica con le pratiche e le retoriche del patrimonio culturale: è un hortus conclusus, uno spazio/tempo, luogo dell’anima, un ambiente magico dove si partecipa ad un lavoro di preparazione svolto collettivamente.
L’installazione pensata partendo da questo assunto, ricostruisce in 20 scatole (Regioni) di legno e vetro le feste tradizionali, una per ogni regione d’Italia delinea in maniera ironica una reale Unità d’Italia che sappiamo mai effettivamente realizzata. Le feste tradizionali pur diverse hanno substrati comuni, manifestazioni catartiche simili da Nord a Sud che inducono a pensare.
d a l l ’ a l t o e d a s x a d x d e l l a f o t o:
FESTA DI SAN MARTINO (Trentin o A l t o A di g e)
L A F E S T A D E L L E M E L E (V a l D ’ A o s t a)
L A P R O C E S SIO N E D EI M A N U O C C HI (B a s i l i c a t a)
L A B A T T A G LIA D EI FIO RI (L i g u ria)
L A F E S T A D EI F U O C HI (F r l li V e n e z i a G i u l i a)
L A N O T T E D EI C U CIB O C C A (M o l i s e)
L A F O C A R A DI N O V O LI (P u g l i a)
L A M A C C HIN A DI S A N T A R O S A (L a zio)
L A F E S T A D EI GIU D EI (Sicilia)
L A B AIO DI S A M P E Y R E (Pie m o n t e)
IS ANIMEDDAS (Sardegna)
SEGA LA VECCHIA (Umbria)
GIOCHI DI BANDIERA (Toscana)
LA VARIA DI PALMI (Calabria)
IL PALIO DEGLI ASINI (Lombardia)
LA FESTA DEI GIGLI (Campania)
LA PERDONANZA (Abruzzo)
LA FESTA DELLA SANSA (Veneto)
LA FESTA DEI GIGLI (Campania)
L‘ANTICO FUNERALE DELLA SARA C C A (E milia R o m a g n a)
LA CONTESA DEL SECCHIO(Marche)